Una startup finlandese si è inventata un modo per accumulare calore nella sabbia senza combustione

Per risolvere in fretta la crisi energetica in maniera sostenibile bisogna battere ogni strada, dal geotermico al tradizionale idroelettrico, dai pannelli fotovoltaici fino ai parchi eolici o al sogno, ancora lontano, della fusione (anche quella «a proiettile». Aumentare la capacità di generare energia rinnovabile in una rete nazionale però è solo una parte della soluzione: l’altra è lo stoccaggio, altrettanto importante. Si sa che deve esserci un equilibrio nella rete elettrica e che un aumento improvviso della quantità di energia immessa nella rete stessa (ad esempio durante una bufera di vento quando le turbine eoliche sono a pieno regime) potrebbe provocare uno scompenso ed interrompere il flusso. L’idroelettrico prevede che l’energia prodotta in eccesso rispetto alla domanda viene immediatamente usata per ripompare in un bacino a monte l’acqua che, a tempo debito, sarà nuovamente fatta ricadere nelle condotte mentre, negli altri casi, la soluzione ideale sarebbe avere una batteria ricaricabile. Un efficace accumulo infatti aiuta a mantenere l’equilibrio nella rete, assorbendo le sovratensioni per poi rilasciare quell’energia quando effettivamente ce n’è bisogno. Nella Finlandia occidentale, in un piccolo paese non lontano da Tampere a una trentina di km dal Mar Baltico, c’è chi ha risolto il problema sfruttando le sorprendenti caratteristiche di un materiale naturale decisamente povero come la sabbia, proprio quella di minore qualità minerale. Una startup, la Polar Night Energy, in collaborazione con una azienda elettrica privata locale, ha infatti creato una pila di oltre 7 metri di altezza e 4 di diametro, riempiendo un silos di acciaio con 100 tonnellate di sabbia e collegandolo agli impianti fotovoltaici della centrale elettrica di Vatajankoski. È ufficialmente la prima «batteria a sabbia» operativa al mondo.