Nelle nuove misure anti crisi 150 euro contro il caro energia e più risorse per le imprese “gasivore”

«Sostegno ai più deboli, alle piccole e medie imprese, questa è l’agenda sociale del governo che ho avuto l’onore di presiedere». Col decreto aiuti ter, approvato ieri in consiglio dei ministri, il premier Draghi sintetizza così in conferenza stampa l’ultimo miglio del suo esecutivo. Tono deciso, a tratti pungente, nessun commento sulla campagna elettorale. Solo la certezza che no, «non ci sarà alcun secondo mandato», e qualche frecciatina rivolta ai partiti. Come la Lega, che premeva per finanziare gli aiuti con scostamenti di bilancio che il premier ha sempre negato. Del resto il provvedimento approvato ieri ha recuperato 14 miliardi per sostenere imprese a famiglie di fronte al caro energia. E se si sommano, rivendica Draghi, ai 17 miliardi del decreto precedente «siamo a quota 31 miliardi». Spiegando: «Sembra rispondere alla richiesta di scostamento, a meno che non si voglia chiedere uno scostamento ogni mese. L’andamento dell’economia italiana ci consente di aiutare famiglie e imprese senza fare uno scostamento dei conti pubblici». Se poi, il decreto aiuti ter si somma a tutte le precedenti misure per imprese e famiglie «nel complesso si arriva un valore superiore a 60 miliardi di euro pari al 3,5% del Pil. Quindi siamo tra i paesi che hanno speso di più in Europa». Precisa il ministro dell’Economia Daniele Franco: «Con 8 interventi abbiamo stanziato 64 miliardi, di cui 43 pro energia». Aiuti che si collocano in una valutazione prudente sulle stime di crescita: «Rallentamento sì, ma non vedo ancora sintomi di recessione», dice Draghi. (Il Giornale)